lunedì 3 ottobre 2011

TERRA NOVA: con potenziale, ma mediocre


Co-prodotto da Spielberg, e ideato da Kelly Marcel e Craig Silverstein, debutta in Italia su Fox il 4 ottobre, in quasi-contemporanea con gli USA (dove è partito lo scorso 26 settembre), Terra Nova. Siamo all’alba del ventiduesimo secolo, anno 2149 per l’esattezza, la Terra è tutta giallina perché malata e sul punto di un collasso ambientalistico, gli esseri umani faticano a respirare e devono girare con tecnologiche mascherine che filtrano l’aria, un’arancia è un bene prezioso e se una coppia decide di avere più di due figli rischia grosso perché “Una famiglia è quattro persone” e “la sovrappopolazione equivale all’estinzione”   (come recitano dei cartelli video in città). La speranza è 85 milioni di anni nel passato, all’epoca dei dinosauri, in una colonia nota come Terra Nova (le location sono filmate in Australia) raggiungibile attraverso un portale dopo uno specifico reclutamento: da lì è possibile sperare di costruire un futuro migliore.
Superando qualche intoppo iniziale, a Terra Nova arriva la famiglia Shannon: il padre Jim (Jason O’Mara), un ex poliziotto che viene presto assunto alla sicurezza dal capo locale, il comandante Nathaniel Taylor (Stephen Lang, Avatar), la madre Elisabeth (l’attrice inglese Shelley Conn), un medico, e i loro tre figli: Josh (Landon Liboiron), dispiaciuto di lasciare nel futuro la sua ragazza, ma che fa presto amicizia con Skye (Allison Miller, Kings) una giovane lì da anni che ha perso i genitori, e un altro gruppo di ragazzi con cui presto si mette nei guai; Maddy (Naomi Scott), una quindicenne che sa un sacco di cose di storia, geografia e scienze; e Zoe (Alana Mansour) una bimba di cinque anni che si diverte a dare da mangiare ai dinosauri erbivori, e che è la figlia in più che secondo le regole non sarebbe mai dovuta nascere. I pericoli non mancano: minacciosi dinosauri che mangiano gli esseri umani e usano la coda come fosse una frusta, chiamati Slasher in originale, e i Sixers, un gruppo ribelle che si è staccato dalla colonia, guidato da Mira (Christine Adams), così chiamato perché è nato dalle persone del sesto pellegrinaggio  verso Terra Nova – quello degli Shannon è il decimo.
Il futuro distopico messo in scena da questa serie non conquista completamente, ma nemmeno delude completamente. Dopo un inizio un po’ melodrammatico, ma non in modo eccessivo, la serie come sensazione generale ha ricordato un po’ Lost, per la giungla, per le fazioni rivali, per il senso del tempo, perfino per l’inquadratura di Jim che finito a terra nel suo arrivo nel passato guarda in aria fra i rami degli alberi verso il sole, cosa che spero fosse intesa come citazione di qualche tipo. La storia si vede che è costruita in modo solido, con la mitologia ben delineata in anticipo e anche un pizzico di  gergo, un po’ alla maniera di “Star Trek”, come tanto piace agli amanti della fantascienza – conoscere un linguaggio è conoscere un mondo. Come percezione, per il tipo di immagini, mi ha richiamato un po’ anche McGyver, pur essendo narrativamente molto distante, e c’è qualche eco di Battlestar Galactica, di The Walking Dead, di Enterprise, di Caprica, di Blade Runner e naturalmente di Jurassic Park. Gli effetti speciali sono riusciti, il più delle volte. Parole chiave e temi portanti sono “famiglia” e “nuovo inizio”, il senso del ricominciare e della frontiera.
 Ad un certo punto viene detto “chi controlla il passato, controlla il futuro”, ma che volesse essere un cenno alla famosa citazione di Orwell “chi controlla il passato, controlla il futuro; chi controlla il presente, controlla il passato” non è così sicuro. Il dialogo, deludente, è privo di risonanza in generale. Tutto è molto carico, ma privo di sottigliezze, e manca il più minimo senso di meraviglia, autentica meraviglia, per la bellezza naturalistica che era la Terra. Si fermano anche a dire che è  bella, in un paio di momenti (e con la luna alla fine), ma non sembrano crederci veramente. E quello e il senso di scoperta, in una simile situazione, non dovevano mancare. Alla fantascienza migliore di solito si accompagna anche a una critica etico-sociale e magari una proposta alternativa. Qui non c’è. La coscienza ecologica della famiglia che ha visto il proprio pianeta agonizzante sembra più superficiale che il risveglio intellettuale ed emotivo di una generazione che lo necessita per la propria sopravvivenza. E la Cina attuale ha misure più drastiche contro la sovrappopolazione dell’immaginata Terra del 2149.  Dirlo di un pilot, che è quasi sempre un abbozzo, e soprattutto di uno epico e ambizioso come questo, è presuntuoso, ma l’aggettivo mediocre si attanaglia bene a questa serie che dimostra di non arrivare al potenziale presente nella premessa.  
 Sotto, un promo italiano della serie.

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