giovedì 17 maggio 2012

QUEER AS FOLK: una guida agli episodi - 1.01



Il 17 maggio di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia. Per celebrarla ho deciso oggi, e nelle settimane a seguire, di fare una piccola guida, puntata per puntata, alla serie culto gay, ideata a scritta da Russell T. Davies, Queer As Folk, una delle mie preferite di tutti i tempi. In proposito ho anche scritto in passato un saggio per Ol3Media sull’uso politico del “linguaggio gnomico” in questa serie, che ha come protagonisti tre ragazzi in quel di Manchester: Stuart (Aidan Gillen, ora nel cast de Il Trono di Spade), Vince (Graig Kelly), e l’adolescente Nathan (Charlie Hunnam).
Per la prima volta protagonisti assoluti sono proprio i gay, i “queer”, che in italiano sarebbero i “froci”, con un termine che, nato come insulto, assume una valenza identitaria positiva. Rivendicano la propria alterità e centralità di fronte all’eteronormia che li marginalizza. È una storia di amore mai esplicitamente vissuta e confessata (fra Stuart e Vince) e un Bildugsroman (per Nathan). Centrale è il sesso.
Si potrebbe quasi dire che la prima stagione è “Queer as Folk”. La seconda intesa come un blocco unico di un paio d’ore è venuta solo in seguito. Qui, nella prima stagione, c’è già tutto: le storie, il rapporto fra i personaggi, il sesso, il linguaggio… Le due linee che si intersecano sono quella di Stuart e Vince e quella del giovane Nathan, appunto, con attorno una miriade di personaggi che, sebbene minori, sono molto ben caratterizzati. Non sono macchiette, ma vere e proprie personalità di cui semplicemente non abbiamo il tempo di indagare la vita.
Narrativamente un consistente punto di svolta è dato dall’uscita di Phil e l’arrivo di Cameron. Idealmente la stagione è però spaccata in due dal cambio di regia. I primi quattro episodi sono infatti affidati a Charles McDougall, i secondi quattro a Sarah Harding. Si nota subito, in particolare nella rappresentazione del sesso, molto più esplicita e insistita nella prima parte, più intimista nella seconda. Un regista ancora diverso ci sarà per la seconda stagione.


Ma partiamo con la promessa guida.

Episodio 1 ( visibile su YouTube diviso in tre parti: prima, seconda e terza).







Scritto da: Russell T. Davies
Regia: Charles McDougall

Plot. Manchester, Canal Street, Babylon.  Il giovane Nathan è lì per la prima volta. Stuart lo punta e lo rimorchia, mentre i suoi amici Vince e Phil rimangono a bocca asciutta, come sempre o quasi. Se ne tornano a casa, ma Vince viene seguito da un tutto muscoli che finisce per invitare in casa. Stuart si porta Nathan al suo appartamento. Nathan per la tensione non smette di parlare. Si baciano con voracità, poi finiscono a letto. Mentre Stuart è sopra di lui e glielo sta massaggiando arriva una telefonata: è Lisa, che gli comunica che gli è nato un bimbo. Stuart telefona a Vince che trova una scusa per lasciare il “palestrato” e va a prendere l’amico. Corrono all’ospedale, anche Nathan, e fanno la conoscenza del bimbo a cui danno il nome.  Sul tetto dell’ospedale Stuart riflette sulla “pazzia” che ha fatto e Vince si congratula. Poi Stuart prende della droga, Vince lo riporta casa. Nathan, su invito di Stuart, insiste per rimanere con lui. A casa fanno sesso, mentre Vince, nella sua, si guarda una puntata di “Doctor Who”. La mattina dopo, Vince si risveglia con il vandalismo alla macchina di Stuart che era parcheggiata sotto casa sua, e gli insulti dei bambini che glielo hanno fatto. Stuart vede casa sua tutta sottosopra: lo ha fatto lui sotto l’effetto della droga. Si rende conto di aver avuto un bambino. Lui e Nathan fanno la doccia e ancora sesso, poi, insieme a Vince, lo accompagnano a scuola, su quella jeep su cui compare la scritta “queer”.


Commento. Da buon pilot la puntata presenta in primo luogo i personaggi principali. E’ come se ci fosse uno scarto temporale (più di 6 mesi) fra il momento in cui le vicende vengono raccontate e il momento in cui sono accadute. Tutti e tre i personaggi infatti vengono inquadrati di volto, quasi intervistati, su sfondi monocromatici differenti e, appunto, raccontano. Le battute e le scene memorabili si sprecano. Lo humor viene subito individuato come un ingrediente fondamentale, con il palestrato che segue Vince, che poi si toglie i muscoli posticci, rivela una pancia enorme e si annusa le ascelle. La musica, l’orecchiabile ritornello della sigla, insegue i protagonisti nella loro corsa fra le corsie dell’ospedale. Il rapporto fra Stuart e Vince viene subito delineato, dagli scambi fra i due ed in particolare dalla scena sul tetto dell’ospedale, dove rifanno la scena del “Titanic” con le braccia aperte. Portante il sesso, visivamente molto presente in tre momenti differenti fra Nathan e Stuart. Stabilita la passione di Vince per “Doctor Who”: la scena che Vince guarda si presta ad una lettura decisamente porno. L’atteggiamento di Stuart (e della serie) nei confronti del mondo si racchiude bene in quell’auto con la scritta rossa “QUEER” sulla portiera: esibita senza vergogna, con fierezza.

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