giovedì 12 luglio 2012

QUEER AS FOLK: una guida agli episodi - seconda stagione


STAGIONE 2
(su YouTube in nove segmenti: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono).

Questa stagione, in soli due episodi, potrebbe essere quasi un film per la televisione, se non fosse che non ne ha il tono. Serrato è il legame con la prima stagione di cui si riprendono motivi e atmosfere. Allo stesso tempo è un racconto a sè. Si sente una maggiore compattezza e l’unitarietà dettata dalla necessità di chiudere definitivamente la storia, dicendo tutto ciò eventualmente mancasse da dire. C’è una maggiore esigenza di plot, che è più teso. Le scene sono più aderenti allo scheletro della vicenda, che ha un inizio, una metà, una fine. Le vicende di Nathan si intersecano meno con quelle degli atri protagonisti. Assente Donna, per l‘indisponibilità dell’attrice a causa di precedenti impegni.

È più un’epopea, poi, questa. C’è inoltre maggior rabbia. A scandirla, a segnare il tempo, è un gesto che si ripete all’inizio della prima puntata, e viene ripetuto in chiusura, tanto della prima, quanto della seconda: è quello della pistola. La prima volta è Vince, che, con la prezzatrice, all’interno del supermercato, spara idealmente al collega che, slealmente, cerca di farsi promuovere al posto suo. La riprende poi Stuart in ospedale, che mette le mani a forma di pistola e punta con aggressività sulla fronte della madre di Alexander, rea di aver tagliato fuori il figlio dalle propria vita. Chiude l’ideale circolo una pistola vera, puntata da Stuart, presente Vince, contro un uomo che li aveva insultati quando si erano presi per mano. Insieme, lo costringono a scusarsi. E’ un segno potente in una simmetria studiata per una stagione molto più politica.

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