mercoledì 10 settembre 2014

JULIAN FELLOWES al Festival della Letteratura di Mantova

 
Lo scorso 6 settembre, Julian Fellowes, ideatore e sceneggiatore di Downton Abbey, ha partecipato al Festival della letteratura di Mantova, dove nella cornice di Palazzo San Sebastiano ha risposto ad alcune domande di Irene Bignardi. Sono andata a sentirlo ed è stato un incontro interessante e ricco di spunti.  È stato anche segnalato che l’autore sta lavorando ad un nuovo progetto televisivo sulla cosiddetta Gilded Age, termine coniato da Mark Twain per indicare quel periodo della storia americana che orientativamente va dalla fine della Guerra di Secessione fino all’inizio del nuovo secolo, e che quindi si riferisce agli ultimi 30 anni dell’Ottocento, grosso modo.
Si è cominciato l’incontro chiedendogli della distinzione fra i vari titoli nobiliari. Lui ha risposto affermando che le distinzioni dei ruoli fra lord e lady e fra i vari tipi di servitori non sa che senso abbiano nel mondo d’oggi, se non nella misura in cui servono a capire il proprio ruolo nel mondo, cosa che ritiene essere un grande tema della serie. I titoli nobiliari sono un modo della società inglese di riconoscere il successo individuale di qualcuno. Per lui è una forma di rispetto nazionale, molto bella. È un modo di sapere che sei passato per il mondo senza venire ignorato. Poi il modo in cui si rivolgono a te dipende dalle circostanze del momento e non ha rilevanza nel lavoro che fai. Nessuno è un lord nello show business.
Ha continuato dicendo che anche l’Italia ha una forma di aristocrazia, in un certo senso anche più antica di quella della Gran Bretagna. In Gran Bretagna ogni volta che è arrivata una nuova dinastia la tendenza è stata quella di obliterare quella precedente dando un propria impostazione alle cose, e in questo senso l’aristocrazia britannica è piuttosto nuova rispetto a quella italiana. Al tempo di Downton Abbey c’era ancora un forte aspetto ereditario e ora è diverso, anche se c’è ancora un aspetto di riconoscimento e di tradizione. Nella serie una cosa che sottolineano è che le donne ne sono escluse, e che non hanno gli stessi diritti, cosa che a lui, uomo del 2014, sembra assai strana. Ci sono alcuni titoli che le donne possono ereditare, ma molto pochi, e non hanno alcuna identità legale e questo lui lo trova molto bizzarro e ha proprio usato il dramma televisivo per porre l’attenzione su questo, anche se al di là di questo è utile da un punto di vista drammatico quando si esplora la questione delle aspettative.
Riportando in modo quasi letterale ciò che ha detto, ha riflettuto sul fatto che siamo tutti nati in situazioni della vita in cui ci sono delle aspettative nei nostri confronti, e le nostre decisioni come giovani adulti è se allinearci a queste aspettative e realizzarle, e per la maggior parte di noi questo significa accontentare i nostri genitori, o discostarcene e procedere in una nuova direzione. Questa è una scelta che naturalmente è sempre esistita, ma dalla fine del XIX° secolo la possibilità di fare qualcosa di diverso della vita in cui sei nato e cresciuto è diventata molto comune.  Ora per la maggior parte delle persone è quasi una scelta eccentrica stare sulla vecchia via. Questo è stato lo sviluppo del secolo scorso e in Downton Abbey esplorano questo fenomeno da un punto di vista drammatico. E il sistema ereditario, con implicazioni ereditarie molto forti e una designazione di ruolo molto forte, è un modo molto buono di esplorarlo.
Di molto altro si è parlato e alla fine della conversazione, in modo che mi sentirei di definire davvero gracious, Fellowes si è fermato ad autografare e dedicare libri e copertine di DVD. Sotto, qualche foto scattata da me.
 
 
 

 

 

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