lunedì 1 maggio 2017

TRIAL AND ERROR: mockumentary su un omicidio


Trial and Error (NBC) è la parodia di un documentario che segue le vicissitudini legali di un eccentrico poeta con un cane di nome Shakespeare e una passione per il pattinaggio a rotelle, di East Peck nel South Carolina, Larry Handerson (John Lithgow, Third Rock form the Sun, recentemente The Crown), accusato della morte della moglie Margaret (Andy MacDowel). Da un importante studio legale di New York, arriva a difenderlo, assunto dal fratello della vittima, Jeremiah (Jefferson Davis) un avvocato al suo primo caso di omicidio, Josh Segal (Nicholas D’Agosto, Masters of Sex). Si ritrova a dover lavorare in un piccolo ufficio adiacente a un laboratorio di tassidermia, e con un team risicato a due elementi: uno scalcagnato e non brillantissimo investigatore, Dwayne (Steven Boyer), e Anne (Sherrie Shepherd), una segretaria che soffre di prosopagnosia (quindi non distingue i volti delle persone, ma a distinguere gli uomini dal pene non ha problemi, rassicura) e una sfilza di altri disturbi (sindrome di Stendhal, FAS - sindrome dell’accento straniero, dislessia…), anche se ad aiutarlo c’è anche la figlia dell’accusato, Summer (Krysta Rodriguez). Come pubblico ministero agisce la determinata Carol Anne Keane (Jayma Mays, Glee) che per un avanzamento di carriera ha assoluta necessità di mandare alla sedia elettrica Larry – beh, in realtà la pena prevedrebbe che venisse sbranato da un orso, ma sono dettagli.

Sebbene non riesca mai a convincere del tutto, questo mockumentary ha momenti davvero esilaranti ed è interpretato da un cast tutto molto forte che senza difficoltà spreme ogni possibile grammo di umorismo da ogni situazione. Lithgow poi  coinvolge anche solo con la mimica facciale, e le sue apparenti miserie sono fonte di grande ilarità. Oltre al motore congenito della ricerca investigativa e delle udienze in tribunale, che portano avanti il caso di omicidio, terreni fertili nella narrazione sono le uscite inappropriate di Larry che, nel dire la verità per difendersi dichiarando la sua innocenza sembra affossarsi sempre più – non è colpa sua se il suo programma tv preferito è “How to get away with murder – Le regole del delitto perfetto”! -, nell’imbranataggine collettiva del team, nella negata frustrazione sessuale di Carol, nella ferocità dei media che già nei fatti condannano un accusato, nelle bizzarrie dei piccoli centri cittadini – un’intera puntata (1.05) riprende più volte e in modo sempre diverso ed efficace l’idea che a East Peck la terza causa di morte sono le palle di cannone, dato che c’è una cerimonia che le spara due volte al giorno a ricordo di un atto di codardia che ha fatto sì che si salvassero molte vite. In quest’ultimo aspetto la sit-com è stata accostata a Parks and Recreation, ma senza l’umanità di quest’ultima. I personaggi qui peraltro sono in gran parte poco più che macchiette.

Questo spoof ideato Jeff Astrof e Matt Miller arriva in un momento in cui i documentari sui crimini (Making a Murderer, The Jinx, o The Staircase, che è stata di ispirazione per la prima stagione…) hanno molto successo. Di fatto il programma non riesce a decostruire il genere e le tecniche narrative che lo reggono, o a offrire una chiave di lettura pregnante sui motivi di questo successo o sul sistema legale ma, col suo setting inusuale, riesce a conciliare bene le battute visuali e verbali (che mette in primo piano come pure di sfondo) con una tematica cupa, senza che si qualifichi poi come humor nero. Nella sua stravaganza Trial & Error è alla fine seducente e non si riesce a non avere un debole per le storie e i personaggi tornando puntata dopo puntata con grande piacevolezza. Perfetta anche la conclusione. 

Nessun commento:

Posta un commento