venerdì 16 marzo 2018

IMMATURI - LA SERIE: nostalgia, amicizia, amore


Nostalgia, amicizia e amore: sono state queste le colonne portanti di quella favola italiana a lieto fine che è stata la serie Immaturi (Canale5), diretta da Rolando Ravello,  degna rivisitazione per la TV dell’omonimo successo cinematografico di Paolo Genovese, qui sceneggiatore insieme a Paola Mammini e Giovanna Guidoni (a cui si aggiunge anche Marco Alessi fra i soggettisti).

Un gruppo di trenta-quarantenni riceve dal Ministero della Pubblica Istruzione una lettera che li informa che, poiché uno degli esaminatori alla loro maturità non aveva il titolo per rivestire quel ruolo, il loro esame è stato annullato e devono sostenerlo di nuovo. La gran parte di loro decide di ri-frequentare l’ultimo anno del liceo classico in modo da arrivare preparati. Lorenzo Romanini (Ricky Memphis), che rischierebbe di perdere la propria attività come agente immobiliare senza il diploma e che vive ancora con mamma Iole (Paola Tiziana Cruciani) e papà Maurizio (Maurizio Mattioli), ritrova da adulto la donna di cui era innamorato al liceo e che non ha spesso di amare, ricambiato, Luisa (Irene Ferri), single ma con una figlia piccola. Piero Mistico (Luca Bizzarri) è un conduttore radiofonico che finge di essere sposato con prole per poter scaricare con facilità la ragazza di turno con cui esce nel momento in cui si stanca, ma che finisce per innamorarsi della severa professoressa di filosofia, Claudia Russo (Ilaria Spada). Il suo migliore amico Virgilio Montesi (Paolo Kessisoglu), che ha una sua videoteca,  è in crisi con la moglie che lo ha tradito, e flirta con una sua giovanissima ora neo-compagna di classe. Francesca Coppetti (Nicole Grimaudo), apprezzata cuoca con un suo ristorante, nasconde a tutti di essere sesso-dipendente, ed è in seria difficoltà per  l’attrazione con Daniele di Giulio, (Daniele Liotti), uno dei professori, affetto da ludopatia.  Serena Serafini (Sabrina Impacciatore) è sposata a un uomo ricchissimo ed ha la puzza sotto il naso finché la scomparsa del consorte che la molla senza dirle nulla per fuggire ad accuse varie, le fa scoprire la vita da una nuova prospettiva, e l’amore con il conducente di autobus, Gigi Ferone (Paolo Calabresi), padre di Savino (Andrea Carpenzano) che è il fidanzato che lei inizialmente disapprova di sua figlia  Lucrezia (Carlotta Antonelli).

Ogni puntata si apre con Mistico che alla radio invita un ascoltatore a tornare indietro nel tempo con la memoria ad una data che vorrebbe rivivere; dell’anno scelto racconta gli eventi essenziali lanciando una canzone significativa di quel momento. E loro, da “immaturi”, quel viaggio possono farlo concretamente nell’opportunità unica di rivivere le esperienze di quell’età della vita che segna l’inizio dell’età adulta, con ancora illusioni sul futuro e sogni da realizzare. Si sa in partenza dove si arriverà, con una seconda possibilità per i protagonisti di ripercorrere le proprie scelte. È un’allegoria, in fondo, che rilette sui rimpianti che si hanno e sulle cose che si farebbero in modo diverso col senno di poi. E acutamente si vedono i personaggi allo stesso tempo adulti,  ma ancora inevitabilmente non per forza più saggi. Se non si è scoperto prima chi si è e che cosa si vuole dalla vita, è il momento di farlo ora.  

Una solida interpretazione da parte di tutti (con forse il solo Kessisoglu un po’ più debole degli altri, ma nemmeno troppo) e una sceneggiatura vagamente favolistica piena di humor e leggerezza, ma con un ritmo serrato, hanno confezionato una prima stagione che ha funzionato d’incanto. C’è molto di inverosimile e ci sono tanti stereotipi, ma poco importa. Tutti sono stati ben caratterizzati nelle loro motivazioni e sono risultati autenticamente simpatici a modo loro. Nel corso delle 8 puntate della prima stagione si è volentieri sospesa l’incredulità per farsi trasportare in una Roma dove si può sognare una seconda occasione. Ce l’avrà anche la serie, che è già stata confermata per una benvenuta seconda stagione. 

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